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Faina si muoveva con estrema circospezione, come d'altronde il soprannome richiedeva. L'appellativo se l'era guadagnato non solamente a causa della minuscola testa aguzza e della boccuccia appuntita che madre natura gli aveva rifilato ma soprattutto per l'abilità nel cacciare gli uccelli con la rete parata tra i cardi. Purtroppo del furbo mustelide aveva mutuato anche il gusto della ferocia gratuita, insensata, come quella volta che aveva accecato tutti i cardellini catturati affinché non potessero più volare via né fossero in nessun modo distratti dal compito canoro che li attendeva. A me, non fosse altro che per questo, stava proprio sulle scatole.